Elaborato di Rosa Carrara

Rosa Carrara

Sin da bambina provavo ad immaginare cosa avrei fatto una volta cresciuta e diventata adulta, chiaramente, come a tutti i bambini, le idee non mi mancavano. Mi sarebbe piaciuto diventare archeologa, magari in grado di scovare qualche nuovo reperto, precisamente speravo di diventare egittologa, già dalle elementari quella egizia era la civiltà che mi affascinava di più. Mi sarebbe anche piaciuto diventare un’astronauta, l’idea di poter arrivare sulla Luna o su Marte mi entusiasmava molto.
Poi crescendo le mie passioni sono un po’ cambiate, mi lasciavo affascinare dalle nuove mode, ammiravo le influencer, mi divertiva l’idea di avere tanti like, perché voleva dire piacere alla gente o meglio ai ragazzi. Iniziavo ad interessarmi a come sembrare più bella, quale taglio di capelli mi donava di più, mi attiravano i vestiti alla moda, in generale mi interessavo di tutto ciò che affascina un’adolescente.
Poi si presenta la pandemia e rivoluziona tutto, cambiano i valori, cambia il mio modo di pensare, la paura di perdere una persona cara diventa il mio incubo, sembra che un mostro indistruttibile abbia invaso le nostre vite, non è più la stessa cosa. Non c’è più spazio per le leggerezze, niente sport, niente amici, niente negozi, rimane solo una gran paura.
E’ forse per quanto vissuto in questo tragico periodo che adesso provo una forte attrazione per la professione del medico. Ho capito che ruolo importante abbiano svolto e come si sia rivelata indispensabile la loro missione nel salvare vite umane. Oggi io sogno di poter esercitare un giorno una professione utile agli altri.
Sono consapevole che purtroppo il mondo del lavoro è in difficoltà; tanti giovani sono costretti a lasciare l’Italia per realizzarsi e immagino che a causa di questa pandemia le cose potrebbero anche peggiorare, spero però di poter tenere sempre viva la mia passione nonostante le difficoltà e di riuscire a realizzare il sogno di diventare medico nel mio Paese, nonostante tutto. So che sarà necessario un lungo percorso di studi, ma fortunatamente studiare mi piace e mi dà molta soddisfazione, cercherò quindi di metterci tutto il mio impegno.
Quando mi fermo a pensare a cosa farò da grande, non voglio pensare ad una professione che mi dia solo la possibilità di mantenermi al contrario voglio sperare di poter esercitare qualcosa che possa darmi anche soddisfazione, che sia la realizzazione dei miei sogni, solo così una professione anche se faticosa può essere fonte di felicità e soddisfazione.
Certo quando vedevo in televisione le facce provate di medici e infermieri, stanchi e affaticati, era difficile pensare che stessero vivendo una situazione felice, l’atmosfera era sicuramente pesante e drammatica, soprattutto lo è stato qui a Bergamo durante la prima ondata del contagio da Covid-19, dove numerosi furono i morti tra cui molti medici.
Penso che dopo questa tragica esperienza il nostro modo di vedere le professioni mediche sia profondamente cambiato, se prima erano considerate impieghi privilegiati, ambiti, ammirati, oggi invece manifestano tutta la loro impotenza e fragilità. L’uomo credeva di poter dominare quasi tutto invece abbiamo avuto la prova che basta un’epidemia sconosciuta per sconvolgere tutte le nostre convinzioni e modi di vita. Credevamo di essere quasi onnipotenti ma è bastato “poco” per tornare indietro di secoli.
Credo che l’angoscia che prova un medico nell’affrontare le faticose giornate di lavoro nel tentativo di salvare il maggior numero di vite umane abbia un profondo significato, che forse poche altre professioni ricoprono in questo momento.
Questa tragica situazione mi ha permesso di aprire gli occhi e di dare il giusto valore alle cose e le mie ambizioni ora sono completamente cambiate. Prima adoravo le celebrità: attori, cantanti, modelle, che ai miei occhi rappresentavano il modello a cui ambire; mi sembrava importante possedere abiti e accessori di marca, ammiravo le borsette di lusso delle mie amiche e credevo, come ogni ragazza della mia età, che fosse indispensabile apparire per essere accettata dal gruppo e non capivo che non è la bellezza esteriore quella che conta ma quanto sei “ricco dentro”. Ho imparato che siamo tutti uomini fragili, il ricco come il povero, perché la pandemia ha colpito ovunque e chiunque, inoltre ci ha catapultato in una realtà piena di incertezze, con una grave crisi economica che ha sconvolto i nostri stili di vita.
Mia madre dice sempre che come avviene in montagna, mentre si va sul sentiero in salita si fa tanta fatica, quando però si arriva alla meta si è soddisfatti, così è anche il percorso della vita, occorre tenere duro e crederci. Io, oltre a desiderare di diventare un bravo medico preparato, spero anche di poter diventare una mamma, spero con tutto il mio cuore di costruire una mia famiglia dove crescere i miei figli insegnando loro la bellezza della vita. Io ho la fortuna di avere una famiglia numerosa che mi vuole bene e mi stimola a fare sempre meglio ma soprattutto è un punto di riferimento su cui posso contare e dove posso trovare aiuto nel momento del bisogno. Affrontare la pandemia non è stato per me così drammatico perché avendo tre fratelli, anche senza amici, non mi sono mai sentita sola.

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